lunedì, marzo 03, 2014

Tutto ciò che un aspirante scrittore dovrebbe sapere

Negli ultimi anni il mondo dell'editoria è cambiato moltissimo per svariati motivi, tra cui il boom dell'autopubblicazione, la diffusione degli e-book e degli editori a pagamento.

Vent'anni fa, la strada di un aspirante scrittore (sconosciuto e senza contatti) era relativamente semplice: scriveva un libro, lo stampava, lo spediva a un editore o a un agente e aspettava la risposta.

Gli scrittori di oggi invece si trovano di fronte a uno scenario confuso, un mare magnum in cui è facile perdersi ed essere ingannati, soprattutto se si è giovani e inesperti. Queste sono le possibili truffe e ambiguità che si incontrano soprattutto nel web:

  1. Recensioni a pagamento: svariati siti richiedono un contributo per pubblicizzare il vostro libro/manoscritto o per pubblicare una vostra intervista. Questa non è la normalità, non è così che dovrebbe essere, anche perché sarà scontato che la recensione non sarà obbiettiva. Molto spesso, questi siti hanno un traffico bassissimo.
  2. Editori a pagamento (EAP): un fenomeno pubblicizzato anche sulle reti e sui quotidiani nazionali, spesso mascherato sottoforma di falsi concorsi letterari. Dopo aver inviato il vostro manoscritto all'editore o al concorso, vi arriverà a casa un contratto editoriale in cui vi chiederanno un contributo (spesso superiore ai 1.000 euro) per la pubblicazione, per l'editing, per la promozione o per l'acquisto di alcune copie da rivendere agli amici. Chi è totalmente estraneo all'ambiente editoriale non si rende conto che questa non è la vera editoria, bensì quella che in inglese è chiamata "vanity press". Per essere definiti scrittori, è necessario che un editore creda in noi al punto di pubblicarci senza farci spendere un euro. Nel caso dell'editoria accademica, invece, questa regola non vale, perché quasi tutte le riviste e gli editori richiedono un contributo, e la pubblicazione serve ad attribuire punteggio nei concorsi pubblici.
  3. Print on demand: siti come Ilmiolibro.it, Lulu.com, Booksprintedizioni.it non sono editori veri e propri, ma stampatori, cioè sono solo siti che offrono il servizio di stampa a richiesta con altri accessori (isbn, copertina). In questo caso quindi si tratta di self-publishing, non di pubblicazione nel senso tradizionale del termine.
  4. Agenzie letterarie a pagamento: in particolare in Italia si è diffusa la moda di richiedere centinaia di euro per la valutazione di manoscritti. Gli aspiranti scrittori si affidano incautamente a queste agenzie sperando di essere poi rappresentati e presentati agli editori più prestigiosi, ma in realtà nel 90% dei casi ciò non avverrà, oppure l'autore si ritroverà comunque una richiesta di contributo da parte dell'editore. Spesso, inoltre, la valutazione sarà affidata a stagisti inesperti e sottopagati, quindi vale la pena di richiedere preventivamente il curriculum della persona che si occuperà del manoscritto per decidere se è abbastanza competente. Un agente serio, invece, valuterà gratuitamente i nostri scritti e si farà pagare in percentuale sulle vendite quando crederà nel nostro lavoro rappresentandoci presso gli editori.
  5. Promozione: un'altra piaga molto diffusa è la marea di sedicenti web marketer/giornalisti che chiederanno un contributo per aiutarci a presentare il libro e a diffonderlo presso il pubblico. Inutile dire che quasi sempre si tratta di persone inesperte e non professionali, spesso freelance, perciò è necessario prestare molta attenzione al loro ambiente di provenienza e al loro CV. Non è sbagliato pagare un'agenzia pubblicitaria per promuoverci, l'importante è stare attenti alla reputazione dell'azienda.
  6. Editing e correzione di bozze: oltre a quelli che cercano di farsi pagare per la promozione, ci sono anche moltissimi editor freelance che tentano di convincere gli scrittori più ingenui a mettere il proprio manoscritto nelle loro mani. Anche in questo caso è importantissimo controllare il CV e le referenze, guardando un esempio del loro lavoro.
Una volta scongiurati questi pericoli, ci sono ancora alcune informazioni generali che è necessario avere come base minima:

  1. I grandi editori non leggono quasi mai i manoscritti, perché ne ricevono migliaia ogni anno e sarebbe umanamente impossibile che i loro (pochi) impiegati riuscissero a smaltire tutte quelle pagine. Di norma ricevono i manoscritti tramite gli editor, gli insegnanti di scrittura, i professori universitari o gli agenti letterari.
  2. Le piccole o medie case editrici che pubblicano gratuitamente hanno spesso dei difetti insormontabili, per esempio: non fanno editing, non traducono e non vendono in altri Stati, non promuovono, non distribuiscono, adottano una grafica scadente, non pagano gli autori o li pagano pochissimo per contratto e si affidano a gruppi di lettura formati da dilettanti. Vendere 250 copie con loro è già un buon traguardo.
  3. Nessuno degno di nota leggerà il vostro manoscritto se contiene errori ortografici/grammaticali e se non è formattato bene (lo stesso vale per la lettera di presentazione). 
  4. Anche se pensiamo di non averne bisogno, è importantissimo leggere qualche manuale di scrittura creativa o frequentare qualche corso, dato che ci sono alcune tecniche narrative che sono utilizzate o evitate a seconda della moda del momento e possono fare la differenza quando qualcuno leggerà il nostro manoscritto.
  5. I tempi di risposta sono sempre superiori ai sei mesi.  Armatevi di pazienza.
  6. Sarà estremamente difficile pubblicare un romanzo di nicchia o di literary fiction. Le case editrici sono aziende e come tali ricercano il profitto, quindi tendono a pubblicare ciò che va di moda o comunque ciò che potrebbe vendere.
  7. L'autoproduzione (chiamata anche autopubblicazione, self-publishing, editoria indie) è una strada che può dare molte soddisfazioni, ma è demonizzata dai professionisti dell'editoria e dagli scrittori stessi. Prima di intraprenderla, è bene informarsi su ogni aspetto (perché l'autore dovrà occuparsi da solo di tutto ciò che normalmente spetta all'editore) ed essere consci che un romanzo autopubblicato troverà un editore tradizionale soltanto nel caso in cui riesca a scalare le classifiche vendendo migliaia di copie (un caso remoto, quindi).
  8. La promozione è fondamentale, ma non bisogna ammorbare il prossimo in continuazione come fanno spesso gli scrittori esordienti. Su internet si trovano moltissimi siti utili, è bene  documentarsi prima di intraprendere qualunque iniziativa. I blog letterari sono un ottimo inizio per richiedere delle recensioni.

2 commenti:

Riccardo Pietrani ha detto...

E in effetti, questi sono saggi consigli. Aggiungiamo che, oltre alla pazienza, bisogna togliersi dalla testa anche i sogni di gloria e di ricchezze... non si scrive per i soldi né per la fama, si scrive per il piacere di raccontare! Poi se viene anche tutto il resto bene.

Akiko ha detto...

Esatto... se avessi trovato io un post così semplice quando ho iniziato, mi sarei risparmiata tante rotture di scatole...